Diversity, Inclusion, Equality
La diversità rappresenta la pluralità di punti di vista con cui ciascuno di noi contribuisce grazie al proprio background differente, quella stessa pluralità di vedute che cerco di far emergere con Unlimited Views. Le macro-differenze considerate più impattanti nel generare visioni diverse sono: genere, etnia, generazione, orientamento sessuale, disabilità, religione. Per inclusione s’intende la capacità di costruire un ambiente dove ognuno sia benvenuto, rispettato, supportato e responsabilizzato per partecipare pienamente alle attività comuni. L’uguaglianza (o parità) rappresenta la garanzia che a tutte le persone di un’organizzazione venga dato uguale accesso alle opportunità, attraverso l’eliminazione o la riduzione di pregiudizi strutturali che nel passato hanno impedito la piena partecipazione di alcune minoranze.
Nasce negli anni ‘80
Nel 1987 William Brock, Ministro del Lavoro per gli Stati Uniti del governo Reagan, commissionò l’analisi Workforce 2000 per approfondire i trend emergenti della popolazione US all’avvicinarsi del 21° secolo. Il report recitava che “solo il 15% delle persone che sarebbero entrate nel mondo del lavoro nei successivi 13 anni sarebbero stati uomini bianchi nativi Americani, contro il 47% degli allora presenti nella forza lavoro”. Il report poneva l’attenzione sul fatto che se gli Stati Uniti avessero voluto continuare a prosperare sarebbero state necessarie 3 cose:
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mantenere la dinamicità di una forza lavoro che stava invecchiando
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riconciliare i bisogni conflittuali di donne, lavoro e famiglie
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integrare completamente lavoratori neri e ispanici nell’economia
Così nacque il tema della diversity e con esso il diversity management, a cui negli anni seguirono in una visione più ampia anche inclusione, uguaglianza, appartenenza.
I brand che si sono posizionati per primi
Lego negli anni ’70 comunicava messaggi che non potrebbero essere più attuali. “Per i genitori. La voglia di creare è altrettanto forte in tutti i bambini. Maschi e femmine. E’ l’immaginazione che conta. Non l’abilità. […] Un letto o un camion. A molti ragazzi piace costruire le case delle bambole. Sono più umane delle astronavi. Molte ragazze preferiscono le navi spaziali. Sono più emozionanti delle case delle bambole. La cosa più importante è mettere il materiale giusto nelle loro mani e lasciare che creino ciò che desiderano”.
L'Inclusione come leva di business
Boston Consulting Group, McKinsey, Harvard Business Review, Deloitte, Glassdoor… Negli ultimi 5 anni le più stimate società di consulenza o connesse al mondo del lavoro hanno dimostrato, numeri alla mano, che la capacità di includere la diversità rappresenta per le aziende un’assoluta leva competitiva, un vantaggio in termini di performance che di “sociale” ha solo un risvolto secondario agli interessi di business. Da qui il focus degli ultimi anni da parte delle aziende, dal 1° step di formazione fino allo strumento più evoluto del diversity coaching.
Il doppio significato di Diversità
La parola diversità racchiude in sé un significato ambivalente: la sua radice etimologica porta a “divertere” (nel senso di deviare, volgere altrove) ma anche a “divertirsi”. Il contraddittorio qui sta nel fatto che il termine da un lato suscita timore per il non conosciuto e dall’altro racconta l’opportunità di guardare con curiosità e scoperta verso l’ignoto. Ad oggi il sentimento che prevale è spesso il primo, ossia una sensazione di pericolo e minaccia, mentre solo i più lungimiranti ne hanno colto tutto il potenziale (prospettiva, crescita, scambio). Perché è certamente più facile e sicuro rimanere sulla strada nota che esporsi. Ciò che è certo è che la diversità non potrà fare altro che moltiplicarsi nelle generazioni che verranno: un mondo sempre più globale e battaglie sempre più supportate porteranno ad una contaminazione allargata e solo chi si sarà strutturato per includerla potrà trarne i maggiori vantaggi.
Strategie di
diversità e inclusione
Diversity
Management
Primo
passo
Training e
formazione
Cultura sostenibile
dell’inclusione